La mia esperienza personale circa la nutrizione di mio padre (ma anche dopo aver visto molti casi di anziani alle prese con questo tema) mi porta a dire, che, l’attenzione e cura nella preparazione del cibo sono fondamentali per mantenere l’anziano in buona salute fisica e psicologica.
Sottoposti come sono all’osservanza di regimi dietetici per il trattamento e/o prevenzione delle patologie tipiche dell’età (diabete, ipertensione, insufficenza renale, trombo-test per citare solo i relativi regimi dietetici specifici richiesti per mio padre), c’è bisogno in cucina di cultura e competenze culinarie profonde al fine di preparare pasti sani (nel rispetto di detti regimi dietetici) e nutrienti ma anche gradevoli al palato, in maniera che il cibo sia ancora considerato un’esperienza sensoriale il più possibile appagante. Meglio ancora, un momento di gioia, di partecipazione che può contribuire a conservare vivi i sensi e gli stimoli, anche per aiutare la persona anziana a mantenere il più possibile un autocontrollo e una vigilanza su funzionalità quali la masticazione, deglutizione, digestione ed evacuazione.
E sempre la profona esperienza maturata in anni di preparazione pasti per lui, mi porta a dire che non è vero che all’interno di un quadro dietetico, non si possano preparare pasti buoni, non è vero che si debba ricorrere ad omogeneizzati e papponi vari.
Quella è una scorciatoia pericolosa che prelude alla disaffezione per il cibo, non visto più come un momento appagante e quindi poi all’inappetenza e alle difficoltà di alimentarsi in qualsiasi forma, fino al ricorso al sodino, come ultima ratio.
Mio padre ha mangiato fino ai suoi ultimi giorni con buon appetito, godendo del cibo con pasti gradevoli al palato, senza privarsi di molto, anzi di nulla direi e rispettando le direttive guida fornite dai medici circa diete specifiche. I controlli quotidiani circa glicemia, o periodici circa i trombo test o relativi ai reni hanno sempre rilevato valori all’interno di una range di normalità.
Ma senza uno studio attento e specifico circa gli ingredienti e la loro manipolazione per preparari a casa pasti sani e buoni, le direttive e i consigli generici forniti dalle strutture mediche non avrebbero assolto al compito. Perchè questo è il problema: direttive e consigli generici, ma anche più dettagliati, forniti dai medici circa l’alimentazione vanno poi tradotti a casa con un regime alimentare che sia sostenibile. Questa è il concetto chiave: SOSTENIBILITA’. E’ dove la maggioranza delle famiglie si trova in difficoltà.
Qui alcuni consigli derivanti dalla mia esperienza personale.