Curare in famiglia

Anziano in famiglia

Mio padre ha avuto l’ardire, fino ai suoi ultimi giorni, di alzarsi di notte per urinare, non accettando altro tipo di presidi igienico-sanitari. Come conseguenza, negli ultimissimi tempi, qualche piccolo ‘incidente’, anche se invisibile, evidentemente accadeva, visto che certe volte lo rivelava un leggero odore acre che esalava dal tappeto della sua camera da letto.
Quando mi ero così trovato con il problema di cancellare quel leggero ma ostinatissimo odore che macchie di urina evidentemente invisibili, avevano lasciato sul tappeto che usava per scendere dal letto di notte, ho scoperto qualcosa circa la gestione delle problematiche tipiche delle persone anziane, che mi ha sconcertato.

Come detto, vista la tenacia con la quale tale cattivo odore si protrae nel tempo, anche dopo lavaggio del tappeto (anzi se non trattato opportunamente, l’odore riciccia  nel tempo ancora più forte), cerco su Google qualcosa circa i rimedi più efficaci al problema.  Ma cosa scopro? Nelle prime pagine (più che solo nelle prime, forse una decina, quindi un’infinità per la logica dei motori di ricerca) io non trovo una risposta alla query specifica su come rimuovere l’odore di urina di una persona anziana.  
Trovo però molte risposte a come farlo per il cane, il gatto, il criceto e così via, anche per i bambini ovviamente, ma non  per un anziano.  Eppure questo tipo di incidenti, è forse tra i più comuni per le persone anziane.

Ma potremmo anche cambiare soggetto e passare a qualcosa di meno sconveniente, per verificare ancora che, la ricerca di informazioni e consigli su qualsiasi problematica, quando è relativa alla terza età, non da risultati sufficienti o benchè minimamente apprezzabili, anche solo in quantità. Magari troviamo sempre nell’ordine, cane, gatto, criceto…
Ma come, è questo un Paese dove non esistono gli anziani? Macchè, anzi, ci accusano di essere tra le popolazioni più vecchie del continente. Non hanno problemi di alcun genere allora? Non è un’area che necessita di informazioni? No anzi, è il contrario, sono visti proprio come un problema dalle famiglie, a tal punto che tendono a sbarazzarsene in qualche maniera.
Nessuno cerca di acculturarsi sul tema, è qualcosa che non si vuol neanche vedere, o sentir parlare (ved. anche la poverissima trattazione del tema negli altri media), non c’è quindi quella ricerca di informazione che avrebbe rivelato un interesse in quest’ area, e quindi l’offerta di contenuti di internet si adegua di conseguenza. Ciò equivale a dire, prima viene il cane, poi il gatto, il criceto…
Ma quando una società ignora o considera come qualcosa da non voler neanche vedere, un pò come la polvere che si accumula e che viene nascosta sotto il tappeto, allora c’è decisamente qualcosa che non va in questa società…

No, non il solito sermone sui valori ecc… nessun problema, io non sono certo uno che ha una qualche autorevolezza, meno che meno morale per farlo, no.
Semplicemente il problema dove mi soffermo è relativo all’ intelligenza di questa società. Vicina, com’è ormai la maggioranza della popolazione, al trovarsi nella stessa condizione dell’anziano non più autosufficiente (popolaz. sempre più vecchia e stato di salute in peggioramnento), solo l’intelligenza proprio del criceto (con tutto il rispetto per il piccolo roditore) può portare ad ignorare il tema o a non volerlo vedere. Ictus, infarto o altre patologie seriamente invalidanti e che rendono non più autosufficienti sono dietro l’angolo per la maggioranza di una popolazione in media molto “over-anta” e che ha abbarcciato uno stile di vita assassino e da idiota. Basta un’influenza, una cena che si protrae un pò troppo, una mangiata dei periodi di feste, uno stormir di fronde, per trovarsi nelle stesse condizioni.

Le famiglie, i figli sopratutto, hanno ormai delegato a terzi, la gestione dei loro anziani non autosufficienti, quello che per loro è un grosso problema, che causerebbe una limitazione del loro tempo libero e delle loro libertà. Badanti, ricoveri in ospedale appena se ne presenti l’occasione, ricoveri in strutture particolari (RSA), senza mai impegnarsi a trovare delle alternative che offrano all’anziano la possibilità di vivere almeno serenamente e circondato dai propri familiari, non da estranei, gli ultimi giorni. Naturalmente, a patto che l’anziano non sia una fonte di reddito, o che non dia comunque un contributo determinante alla sopravvivenza e benessere del nucleo familiare. Allora si, giù con banalità del tipo: “i nonni ancora utili e integrati nella società, nonni che sono una risorsa, che svolgono opere di volontariato ecc…”. Ma per coloro che non sono, o non possono più esserlo, in questa condizione, allora via con badanti, ricoveri assistiti, via con la polvere da nascondere sotto il tappeto.